Orazio
Oh, giorno e notte insieme,
quale straniera meraviglia è questa!
Amleto (NdR: ci piace pensarlo impersonato da Vittorio)
E come tale dalle il benvenuto!
Ci son più cose in cielo e in terra, Orazio,
che non sogni la tua filosofia.Ma sentite: qui, come mai innanzi,
voi due – così vi possa assistere la Grazia! –
per quanto stravagante e stralunato
possa apparirvi il mio comportamento
(e m’accadrà di stimare opportuno
di darmi un’aria stralunata e sfatta),
non dovete far mostra, innanzi ad altri,
di saperne di più di quel mio stato:
magari solo incrociando le braccia,
ecco, così, oppur scuotendo il capo,
o bofonchiando frasi sospensive,
come questa: “Eh, noi lo sapevamo…”,
o questa: “Se volessimo, potremmo…”,
o anche: “Se volessimo parlare…”
ed altre dello stesso ambiguo tono.
Ecco, giurate di non fare questo.
Così la grazia e la pietà del cielo
vi soccorrano in caso di bisogno.
tratto da “The Tragicall Historie of Hamlet, Prince of Denmarke (La tragica storia di Amleto, principe di Danimarca, atto I, scena V)”, 1600-1601, di William Shakespeare
Il teatro di strada di Vittorio Cosentino nel cuore di Napoli
Intervista a cura di Antonio Salzano – www.mardeisargassi.it
In ricordo del compagno Vittorio Cosentino
testo e foto di Robin Libero Carbonara
“L’ultima volta che ho parlato con Vittorio fu in occasione della Mostra sulla Rivoluzione Spagnola (NdR – Spagna 1936: Antifascismo&Rivoluzione) che avevo allestito con mio padre e i compagni del sindacato (NdR – CIB Unicobas di Bari) presso l’Ex-Caserma Liberata, a Bari. Era novembre 2018. Gli scattai queste foto in quell’occasione. Sembrano passati 10 anni.
Vittorio era rimasto particolarmente entusiasta dei manifesti e dei documenti che avevamo portato. Si riconosceva in quel filone di pensiero libertario ed era contento che si parlasse del grande movimento autogestionario che sorse in Spagna in quegli anni turbolenti.
Vedeva in quelle esperienze uno spirito di riappropriazione non solo di mezzi di produzione, di ricchezza e di spazi. Ma di vita. Riappropriarsi della vita attraverso i luoghi, per portarci dentro, come faceva lui, la poesia del teatro. Nutriva lo stesso sentimento, la stessa speranza, per l’Ex-Caserma Liberata, la sua casa, dove ha vissuto fino alla fine.
Lui apparteneva a quella generazione che aveva fatto il ’77. Era stato tra i fondatori del Movimento Studenti Fuori Sede a Bari, quando ancora le associazioni studentesche di oggi non esistevano e la sinistra ufficiale era saldamente appiattita sulla condivisione del potere con la Democrazia Cristiana. In quel variegato movimento si respirava la stessa aria: rompere gli schemi per arrivare a vivere una vita più piena, per provare a scardinare il grigiore di una società fin troppo normalizzata, per bene che si siano diversificati – in maniera pianificata – i suoi costumi.
Nell’Ex-Caserma Liberata Vittorio aveva proseguito la sua vita da attore. Ho il ricordo di una persona convinta, dolce e appassionata. Come il mondo di oggi non è più in grado di produrre né, in caso, di riconoscere.
A Vittorio.”
Al Compagno Vittorio
Il testo delle compagne e dei compagni dell’Ex Caserma Liberata di Bari
Vittorio era una persona riservata, colta, una persona che bruciava per gli ideali della lotta libertaria. E’ stato un grande attore di teatro, regista, è sempre stato in prima fila nelle lotte sociali e nei cortei. Era un amante fedele a Shakespeare, suo mentore, che usava anche come metafora per la vita, personale e politica, e che con premura condivideva con tutte e tutti noi.
Che la terra ti sia lieve.